Si barrica dentro l'Agenzia entrate riscossione e minaccia il suicidio: «Pignorato nonostante abbia pagato» FOTO

TERAMO – Ha minacciato di suicidarsi, alzando più volte la voce in evidente stato di agitazione, seduto dentro uno dei box per informazioni della sede dell’ex Equitalia, oggi Agenzia Entrate Riscossione in viale Crispi, perchè, ha più volte urlato, «non ce la faccio più a pagare e loro continuano a chiedermi soldi che ho già versato». Il piccolo imprenditore edile è venuto a Teramo da Pineto perchè voleva parlare con il direttore, per discutere di un debito da 30mila euro per il quale erano scattati i pignoramenti. Ma nemmeno il colloquio con la responsabile dell’agenzia di Teramo, Sofia Patani, lo ha ridotto a più miti consigli. Si è bloccato all’interno del box, con a fianco, in lacrime, la moglie (destinataria dei pignoramenti in quanto rappresentante legale dell’impresa). Chiedeva di parlare con i giornalisti e pretendeva di incontrare il direttore regionale dell’agenzia, che però è a Pescara. «Io da qui non mi muovo – ha ripetuto -, con un intercalare spesso interrotto da imprecazioni e domande retoriche, anche agli stessi poliziotti che cercavano di calmarlo e di mediare la situazione, nell’evidente imbarazzo dei dipendenti dell’agenzia di riscossione e del pubblico presente. La protesta è infatti scattata attorno alle 14, anche se l’imprenditore era da un pò che stazionava nella sala d’aspetto. Quando è toccato a lui spiegare la sua situazione, è andato in escandescnza e ha ottenuto di incontrare la responsabile che però gli avrebbe chiarito che i pignoramenti ricevuti sulle fatture da incassare, erano dovuti in quanto riferiti a debiti per cartelle esattoriali emessi nel 2018 e dunque non ricompresi nelle cosiddette ‘rottamazioni’. L’imprenditore ha continuato a lamentarsi e ripeteva di essere pronto a gesti inconsulti, al punto che è stato chiesto l’intervento di un’ambulanza con il personale sanitario a disposizione per tentare di calmarlo. 
«Come deve fare un cristiano? Deve andare a finire dagli strozzini per poter pagare loro?» e ha ripetuto la stessa scena quando sul posto sono arrivati gli agenti della volante e poi il dirigente della Polizia di Stato. Ripeteva che c’era stato un errore, sostenendo che i pignoramenti si riferissero a dei pagamenti già effettuati con la rottamazione e dunque già saldati. Per fortuna con il passare dei minuti e con l’intervento del personale dell’agenzia, l’uomo ha riacquistato un pò di tranquillità ed è andato via dopo aver ricevuto l’assicurazione che il suo caso verrà riesaminato dall’Agenzia di riscossione.